La ricerca della felicità e del benessere non è un concetto nuovo. Nel suo celebre trattato Etica Nicomachea, Aristotele introduce il concetto di eudaimonia, un termine che possiamo tradurre come “benessere” o “felicità”, ma che implica anche una vita vissuta in armonia con la propria natura.
Secondo Aristotele, la vera felicità non si trova nel piacere immediato o nel raggiungimento di obiettivi materiali, ma in un equilibrio duraturo che nasce dal vivere secondo virtù, dal prendersi cura di sé in modo consapevole e ponderato.
In altre parole, una vita eudaimonica è una vita che sa quando fermarsi, quando spingersi e come equilibrare le diverse dimensioni dell’esistenza.

Questa visione filosofica potrebbe sembrare lontana dalle frenesie della vita moderna, dove il culto dell’intensità, della prestazione e del superamento dei limiti sembra dominare ogni aspetto della nostra quotidianità, anche nel mondo del fitness.
Tuttavia, una riflessione più profonda ci porta a considerare che l’allenamento “lento” – attività fisiche a bassa intensità come camminare– non solo rispecchiano questa filosofia di equilibrio, ma possono essere anche la chiave per una vita sana e duratura.
Aristotele affermava che l’eudaimonia si ottiene non attraverso l’eccesso né la privazione, ma attraverso la moderazione.
Questa idea si applica perfettamente al concetto di allenamento lento. In un mondo che celebra la velocità e l’intensità, l’allenamento moderato diventa una pratica di equilibrio: né troppo poco, né troppo, ma precisamente ciò di cui il nostro corpo ha bisogno per prosperare, senza cadere nel rischio di esaurirlo o stressarlo.
“L’allenamento lento” è una forma di movimento che non solo potenzia il corpo, ma lo rispetta, stimolando la mente a restare presente e a percepire le proprie sensazioni in maniera più profonda.
Non si tratta solo di una forma di esercizio fisico, ma una filosofia di recupero e di rispetto per il corpo.
Aristotele suggeriva che la felicità si raggiunga vivendo secondo natura, non forzando i propri limiti, ma riconoscendo i segnali che il corpo ci invia.
Questo principio si riflette in un allenamento che non è incentrato sul “fare di più”, ma sul fare con consapevolezza e cura.



Numerosi studi scientifici hanno confermato i benefici di attività fisiche moderate e a bassa intensità, che si allineano perfettamente con il concetto aristotelico di equilibrio e di cura di sé.



L’eudaimonia non è una meta, ma un viaggio. Un viaggio che, passo dopo passo, movimento dopo movimento, ci conduce verso una vita lunga e sana, che sappia apprezzare ogni momento senza fretta, ma con consapevolezza e gratitudine.
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Bibliografia:
- Aristotele. Etica Nicomachea. Traduzione di G. Reale, Bompiani, 2007.
- Paffenbarger, R. S., et al. (1993). Physical activity, all-cause mortality, and longevity of college alumni. The New England Journal of Medicine, 328(8), 547-555.
- Lee, I. M., et al. (2012). Physical activity and all-cause mortality: a meta-analysis of cohort studies. The Lancet, 380(9838), 219-229.
- Dieli-Conwright, C. M., et al. (2020). Exercise, diet, and health outcomes. Frontiers in Physiology, 11, 588-599.
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